Franco Crespi è professore emerito di Sociologia nell’Università degli Studi di Perugia. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: Esistenza e simbolico (Milano 1978), Evento e struttura (Bologna 1993), Imparare ad esistere (Roma 1994), Teoria dell’agire sociale (Bologna 1999), Identità e riconoscimento (Roma-Bari 2003), Contro l’aldilà – per una nuova cultura laica (Bologna 2008).
Il ritorno della realtà
Negli ultimi tempi tra filosofi e scienziati si è fatto un gran parlare di realtà. Com’è noto, il concetto di realtà, in quanto dimensione oggettiva indipendente dai nostri schemi concettuali, era divenuto problematico soprattutto a partire da Kant, che aveva sottolineato come il nostro intelletto contribuisce con le categorie che gli sono proprie a costruire almeno in parte ciò che chiamiamo realtà. Accentuando questo aspetto, Nietzsche aveva affermato che non esistono fatti ma solo interpretazioni, influenzando in maniera determinante il pensiero postmoderno. Inoltre i numerosi studi sociologici che, verso la fine del secolo scorso, sono stati dedicati all’analisi dei processi attraverso i quali la comunità scientifica perviene alle sue scoperte riguardo al mondo fisico-naturale, hanno portato un ulteriore duro colpo all’idea di verità oggettiva, non più fondata come in passato sul rispecchiamento neutrale del reale, bensì sull’accordo intersoggettivo, sempre provvisorio e rivedibile, cui siano pervenuti i principali esponenti della comunità scientifica.
A fronte di questa sorta di eclissi del concetto tradizionale di realtà, diversi filosofi hanno di recente polemicamente reagito a taluni eccessi del pensiero postmoderno, rivendicando la presenza di «fatti» conoscibili in quanto tali. In effetti, la tendenza prevalente nel pensiero postmoderno a dissolvere l’essere nel sapere aveva portato a ridurre l’intera realtà a un gioco concettuale, a un puro effetto di linguaggio, fino a dare l’addio al concetto stesso di verità.
La critica del concetto di verità appariva certamente fondata quando era mossa nei confronti della Verità assoluta, ovvero quando contestava la pretesa di possedere la Verità, pretesa che è sempre stata all’origine delle diverse forme di dogmatismo, legittimando la logica del dominio e della manipolazione delle coscienze e favorendo, in molti casi, l’esplosione violenta dei diversi fanatismi.