Sentire il grisou, com’è difficile. Il grisou è un gas inodore e incolore. Come sentirlo o vederlo allora, malgrado tutto? Detto altrimenti: come veder venire la catastrofe? E quali sarebbero gli organi sensoriali di un simile veder-venire, di un simile sguardo-tempo? L’infinita crudeltà delle catastrofi è che diventano visibili troppo tardi, quando ormai hanno avuto luogo. Le più visibili – le più evidenti, le più studiate, le più universali – le catastrofi insomma alle quali si fa spontaneamente ricorso per intendere che cos’è una catastrofe, sono catastrofi che furono, catastrofi del passato; quelle che qualcun altro, prima di noi, non ha saputo o voluto veder venire, quelle che qualcun altro non è riuscito a impedire. Le riconosciamo tanto più facilmente perché oggi non ne siamo affatto – o più – i responsabili…
Georges Didi-Huberman
Georges Didi-Huberman, filosofo e storico dell’arte, insegna all’École Pratique des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. È autore di numerosi saggi, sulla figuratività, la storia delle immagini, la teoria del visuale. Tra le sue opere si ricorda la serie intitolata L’Œil de l’histoire (voll. 1-6, 2009-2016), Storia dell’arte e anacronismo delle immagini (2007), Come le lucciole. Una politica delle sopravvivenze (2010), Phalènes (2013), Désirer désobéir (2019).