Perché concentrarsi ancora sul pensiero di Martin Heidegger oggi, all’indomani delle pesanti accuse di antisemitismo rivolte alla sua persona, se non al suo pensiero? Perché la radicalità del suo interrogare, e la forza del suo meditare, offrono tuttora indicazioni significative per la ricerca filosofica, mostrando che molte delle questioni chiave del Novecento attendono di essere discusse ed esaminate daccapo. Questa raccolta di saggi ne intende affrontare alcune: quella del linguaggio, quella della domanda sull’essere umano, quella dell’esperienza religiosa e quella della dimensione politica, alla quale si è rivolta l’attenzione di molti interpreti negli ultimi anni. Nel ricostruire e interpretare il suo pensiero, il presente lavoro tenta altresì di pensare insieme a esso, non sottacendo contraddizioni e ambiguità, e tuttavia riconoscendone sempre le evidenze di grandezza.
Sul concetto del politico in Martin Heidegger
La pubblicazione dei protocolli e delle trascrizioni dei seminari del periodo del rettorato, insieme a quella dei cosiddetti Schwarze Hefte, fornisce oggi elementi importanti per ricostruire la riflessione sul politico da parte di Martin Heidegger, tenendo conto soprattutto del confronto critico con Der Begriff des Politischen di Carl Schmitt. Il cammino filosofico di Heidegger, infatti, è stato certamente contrassegnato da un continuo e inesausto dialogo con la storia del pensiero occidentale e con i suoi sommi esponenti, operando un confronto che non si è mai limitato alla dossografia, ma sì è configurato piuttosto come un corpo a corpo speculativo; tuttavia l’orizzonte della meditazione heideggeriana non poteva che aprirsi a partire da una situazionalità storica e finita con cui di volta in volta dover fare i conti. Questo è forse l’intimo senso dello Heidegger “politico” che emerge da quel magma vulcanico composto di Überlegungen e Anmerkungen, riflessioni e annotazioni, contenute nei famosi quaderni di lavoro coperti di tela cerata nera. Le virgolette sono d’obbligo per connotare il termine “politica”, poiché Heidegger opera una riflessione sulla politica senza avere alcun interesse a costruire una filosofia politica, quanto a far emergere il non-detto che sostiene qualsivoglia discorso filosofico sulla politica, ossia la questione del politico. Ancora una volta Heidegger si presenta, dunque, come il filosofo della differenza, quella tra politica e politico.