La vergogna è un’emozione complessa che rende evidente il legame tra il soggetto che prova vergogna e l’oggetto verso cui essa si rivolge. La vergogna si lega ad una duplice matrice di significato, socialmente oggettivato e soggettivo. Quello soggettivo è sempre immerso all’interno di una significatività sociale, dando luogo ad una dialettica reciproca mai definitivamente compiuta. Anche l’emozione della vergogna deve essere quindi riconnessa alla sfera sociale che le è propria, in un quadro arricchito da elementi filosofici ed etici. Nel libro, la ricerca teorica è accompagnata da tre casi di studio, così da mettere alla prova empirica i concetti proposti.
Vergogna dell’io
La desoggettivazione è un processo che non si sovrappone necessariamente alla morte biologica autoinflitta. Giorgio Agamaben ha dedicato al tema della Shoah una densa riflessione condensata nel volume Quel che resta di Auschwitz. L’archivio e il testimone. Scrive Agamben: “chi è passato nel campo, tanto se è stato sommerso quanto se è sopravvissuto, ha sopportato tutto ciò che poteva sopportare – anche ciò che non avrebbe voluto o dovuto sopportare”. La vergogna si incorpora nel progressivo processo di desoggettivazione di chi è transitato per l’esperienza del campo, subendo e sopportando ogni forma di violenza e di misconoscimento, fino a privare gli individui di ciò che essi hanno di più propriamente umano, ovvero la coscienza di sé e la parola. Ad attirare l’attenzione di Agamben è però soprattutto la figura del sommerso, del cosiddetto musulmano. Il musulmano è colui il quale, pur essendo biologicamente sopravissuto, è tornato muto dall’esperienza del campo. È colui il quale, pur essendo sopravvissuto, non può testimoniare, poiché privato della parola e dell’identità dall’enormità della sofferenza subita e vissuta. Individui vivi biologicamente, ma morti socialmente. I musulmani, come scrive Agamben, erano – come si deduce dalle testimonianze di alcuni sopravvissuti tra cui Levi e Wiesel – dei morti viventi che appartenevano ad un regno sospeso tra la vita e la morte.