Tommaso Baggio è docente di filosofia e storia nei licei. Dopo essersi laureato in filosofia all’Università Cattolica di Milano, ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università del Piemonte Orientale ed è in rapporto di collaborazione con gli stessi atenei. Ha partecipato come autore alla riedizione dell’Enciclopedia filosofica e fa parte del Centro Studi Interuniversitario sul Simbolico. Si occupa di metafisica e ontologia e ha concentrato la sua ricerca sull’ontologismo e sulla Neoscolastica con particolare riferimento a Gioberti e a Maréchal.
La natura e la forma sintetica del giudizio
La «forma sintetica del giudizio» è il modo con cui secondo Maréchal si può reidentificare la classica compositio et divisio di scolastica memoria: è l’operazione che fa emergere l’unità (o la non-unità) dei due termini del giudizio, i quali sono intesi, a livello logico, come soggetto e predicato. Se non si oblia la sottesa valenza metafisica dei termini, più volte approfondita nelle sezioni precedenti, dovrebbe risultare da subito abbastanza chiaro che, da una parte, assistiamo a un tentativo di convergenza con il kantismo e, dall’altra parte, non ci possiamo fermare alla “sintesi” giudicativa nella sola declinazione kantiana, che pure costituisce il referente costante.
Quali sono i punti di questo tentativo di rivisitazione del giudizio sintetico di Kant? In breve si tratta di ripensare la «unio» nella valenza della filosofia moderna mediante la caratteristica e analogica valenza tomista di «imitatio unitatis». La teoria classica può quindi costituire anche in questo caso una eredità ricca di aspetti da recuperare; in prima battuta occorre però comprendere il valore della differenza tra le prospettive. A tal proposito ricordiamo che la relazione tra soggetto e predicato è tomisticamente caratterizzata dalla concretio ed è in questo solco che Maréchal mira a risolvere alcuni problemi soggiacenti alle condizioni di possibilità di un giudizio sintetico a priori. Che cosa significa? Si tratta di un fondamento di sintesi che unisce concreto e astratto, che ripercorre il legame tra reale e pensiero e che emerge nell’intelligenza della persona umana.