Carmelo Vigna, Studi marxiani

Se si volesse racchiudere in una breve indicazione il risultato del lavoro di analisi riversato in questi Studi marxiani, non si andrebbe lontano dal vero se si dicesse che si è qui tentato di “spaiare” in Marx e nel marxismo italiano la cifra (economico-politica) del “plusvalore” dalla cifra (veritativo-speculativa) del “materialismo storico”. Perché la prima pare ancora molto utile per leggere il presente neocapitalistico, mentre la seconda pare non solo sbagliata, ma anche molto datata. E in effetti, si tratta di una cifra ottocentesca, che la storia filosofica e culturale del Novecento ha, di fatto e in molti modi, archiviato.

Avere offerto argomenti per l’operazione di “spaiamento”, quando – negli anni settanta – tutti ne osannavano la saldatura è (forse e ancora) il merito di queste pagine. E del resto un’operazione siffatta, inevitabile su qualunque sapere “regionale” che si presenti con la pretesa di essere la forma del sapere assoluto dell’Intero del senso (marxismo, freudismo, economicismo, scientismo e simili), resta sempre di utilità speculativa per chi ama la filosofia, perché invita a riflettere su certe mosse radicali che una partita teorica così alta pone necessariamente in campo.

La vita di Marx e la filosofia

Nella «Prefazione» a Per la critica dell’economia politica, Marx traccia brevemente la genesi del suo interesse per la scienza a cui intende fornire il suo primo contributo sistematico. Egli fa risalire il sorgere della problematica che lo portò progressivamente ad occuparsi di temi economici, alla giovanile esperienza di redattore della «Reinische Zeitung». La rievocazione marxiana non dice come mai il giovane, da poco laureato, avesse accettato un posto siffatto. Non è il caso di richiamare qui in modo particolareggiato le vicende biografiche di quegli anni. Ricordiamo solo che Marx contava di avviarsi alla carriera accademica e che sperava nell’appoggio dell’amico B. Bauer. Quando Bauer venne cacciato dall’Università di Bonn per le sue idee giudicate atee e rivoluzionarie, Marx fu costretto a cambiare i suoi programmi e ad accettare, appunto, un lavoro di redattore alla «Reinische Zeitung», dove aveva degli amici.

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

X