Specchi e maschere. La ricerca dell’identità è un incubatore di idee, riflessioni e categorie sociologiche, che consente ad Anselm Strauss di sviluppare nuovi concetti come quelli di mondi sociali, immagini urbane, consapevolezza e negoziazione e, in particolar modo, quello di identità. I problemi che Strauss affronta riguardano l’importanza del linguaggio nell’agire umano, il valore simbolico dell’appartenenza a un gruppo, il rapporto tra generazioni, l’interazione sociale, determinanti per lo sviluppo dell’identità e della personalità. Ciò è premessa del modificarsi delle acquisizioni e del cambiamento nelle posizioni sociali e di vita delle persone, della percezione di spazio e tempo, storia e memoria, centrali nella simbolizzazione del sé. Strauss pone l’attenzione, da un lato, su come psichiatri e psicologi abbiano sempre sottostimato l’influenza che l’organizzazione sociale esercita sulla formazione e il comportamento dell’individuo e, dall’altro, su come la sociologia che studia l’organizzazione sociale dovrebbe considerare, nelle sue ricerche, la psicologia sociale. A quasi cinquant’anni dalla sua prima edizione questo testo, centrale nel percorso teorico di Anselm Strauss, evidenzia, ieri come oggi, la sua costante attualità.
Dalla Prefazione
Il concetto di identità è completamente sfuggente come il senso che ognuno ha della propria identità personale. Ma indipendentemente da tutto, l’identità è legata a valutazioni importanti, fatte personalmente, personalmente e dagli altri. Ognuno si presenta agli altri e a se stesso, specchiandosi nei loro giudizi. Le maschere con cui si presenta al mondo e ai suoi cittadini sono modellate dalle anticipazioni dei loro giudizi. Anche gli altri si presentano, indossando i loro specifici tipi di maschere, per essere a loro volta valutati. È tutto in piccolo come l’esperienza del ragazzo che per la prima volta si vede (a riposo e in posa) negli specchi a più ante del negozio del barbiere o in quelli a tre ante del negozio del sarto.