Šostakovič compositore d’avanguardia è un saggio musicologico – ricchissimo di esempi e riferimenti inediti – ma anche una profonda riflessione sull’arte.
Allontanandosi dal solito e connotato immaginario che vede nel compositore russo un vecchio amareggiato, piegato dagli orrori della storia, circondato da falci e martelli o da infoiati soldati in marcia, Fernando Vincenzi restituisce alla figura di Šostakovič i suoi naturali tratti vitali: il profondo legame con la gioventù e con l’infanzia, la capacità di indagare ciò che si annida tra le pieghe della realtà, la temeraria sperimentazione. Quel che emerge dalla poetica e dall’etica di Šostakovič è un mondo enigmatico ma infinitamente affascinante, estraneo alla norma dell’omologazione, che abbraccia l’insondato.
Intervalli
A partire dal XVIII secolo per arrivare all’ultimo Haydn e a Beethoven, le aree tonali in cui una composizione musicale si articolava erano principalmente quelle della tonica, della dominante e della sottodominante. Di conseguenza, se la tonalità della tonica rappresentava il noto, l’acquisito, quella della dominante equivaleva a ciò che e sconosciuto ma si deve esperire. La sottodominante aveva poi le stesse caratteristiche della dominante ma non necessitava di un percorso esperienziale di acquisizione restando perciò qualcosa di cui si poteva avere conoscenza, ma quasi passandovi accanto, senza accedervi direttamente, come potrebbero esserlo, poniamo, delle coltivazioni viste da un treno. Questa ripartizione regolava sia i percorsi armonici di un tema, sia quelli più grandi di un intero movimento, e sia quelli, molto più grandi ancora, di un’intera composizione. Col passare del tempo tali rapporti sono mutati gradatamente e sostanzialmente, includendo tonalità molto lontane dalla tonica, quasi che il compositore volesse esplorare aree del conoscibile sempre meno prossime, sempre più esotiche – e non si pensi soltanto a un’indagine nel mondo, ma anche a una nel proprio io. Perciò, cosi come Mozart organizza molte sue composizioni cercando la massima varietà espressiva nelle zone vicine – dominante e sottodominante appunto – il tardo Šostakovič costruisce le relazioni tonali avendo come punto di riferimento le tonalità che hanno, con la tonica, le relazioni di semitono e soprattutto di tritono. Per cui, se i rapporti delle forme classiche erano basati sulla massima consonanza, quelli della musica di Šostakovič in particolare, e del XX secolo in generale, si orientano verso la massima dissonanza.