Richard Capobianco è professore di Filosofia e Meehan Humanities Scholar allo Stonehill College (Massachusetts, USA). I suoi studi sul pensiero di Martin Heidegger sono stati tradotti in molte lingue. Tra le sue ultime pubblicazioni si segnalano: Engaging Heidegger (2010); Heidegger’s Being: The Shimmering Unfolding (2022); e la curatela del volume Heidegger and the Holy (2022).
Nel corso degli ultimi decenni il pensiero di Heidegger è stato sottoposto, per così dire, ad una miriade di forme di appropriazione o espropriazione, e la varietà di tali approcci testimonia la sua straordinaria portata e ricchezza. È tuttavia arrivato il momento di rimettere al centro del discorso la questione fondamentale della riflessione heideggeriana. William J. Richardson racconta la storia (peraltro analoga a una storia raccontata dal compianto Manfred Frings) della sua visita a Heidegger presso la sua casa di Zähringen (Friburgo) nel 1959. A un certo punto della discussione, Heidegger, osservando fuori dalla finestra del suo studio e contemplando il paesaggio alberato, ha espresso il suo desiderio ardente di dire ancora una volta «la cosa». Qual era la «cosa» a cui Heidegger – per tutta la sua vita – ha rivolto la sua attenzione? Questa “cosa” (es) che “dà” (gibt) in modo così fecondo e inesausto è l’Essere stesso (Sein selbst) come l’emergere spazio-temporale e il risplendere degli enti nella loro enticità in quanto raccolti nel loro insieme. L’Essere come “manifestatezza” o “manifestazione” (Offenbarkeit): proprio questa è la questione stessa (die Sache selbst) del pensiero di Heidegger – la quale, abbastanza sorprendentemente, rischia di essere ancora una volta “dimenticata”. Una nuova Seinsvergessenheit sta prendendo piede – e proprio negli studi heideggeriani. Nell’ultima decade, nell’ambito degli studi accademici su Heidegger ha prevalso la tendenza a concepire l’Essere in quanto riducibile al significato (“senso”), vale a dire, a concepire l’Essere solo nei termini dell’attività di produzione di significato costitutiva del Dasein. Eppure die Sache: non principalmente il Dasein, ma lo Sein in quanto manifestazione – ciò che Heidegger ha appellato “la verità dell’Essere” – in relazione al Dasein.