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Descrizione | anno: 2021 |
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23,00 €
Inconfessata per definizione, l’ipocrisia è una delle categorie polemiche più usate e abusate, ancora oggi, per denunciare il “cinismo mascherato” di certi attori sociali, soprattutto quando rivestono cariche pubbliche. Ma l’ipocrisia è stata sempre e solo questo? Dovremmo davvero diffidarne sempre e contestare ogni sua manifestazione? Quali e quante forme di ipocrisia possiamo distinguere? Quale rapporto esiste fra l’ipocrisia e la scarsa attitudine autocritica di chi è solito contestare le condotte di vita altrui? E soprattutto: quale rapporto esiste fra questo vizio comune, la politica democratica e la riproduzione istituzionale di diverse forme di oppressione e di dominio? Sono solo alcune delle domande che ispirano questo viaggio filosofico a ritroso nella storia di uno dei concetti più camaleontici della cultura occidentale. Le svolte semantiche che da Omero a Sloterdijk scandiscono questa storia sorprendente consentiranno di differenziare diverse accezioni del fenomeno: dall’ipocrisia psicologica di chi dissimula la propria personalità per proteggersi dall’aggressività altrui al narcisismo etico di chi tradisce sistematicamente le qualità professate, passando attraverso diverse manifestazioni di opportunismo auto-indulgente e di moralismo ipocrita. Al termine di questo viaggio, ci si soffermerà sulle forme contemporanee di ipocrisia democratica per analizzare criticamente le “messinscene apologetiche” che gli attori istituzionali sono soliti utilizzare per immunizzare se stessi, il loro operato e le istituzioni che rappresentano, dalle rivendicazioni egualitarie di cittadini e cittadine che contestano diverse forme di violenza e di dominio.
Descrizione | anno: 2021 |
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