Il ritorno al pensiero dell’essere può sancire, come si inizia a sostenere da più parti, l’effettiva superiorità del pensiero italiano sulle altre filosofie contemporanee. Negli ultimi decenni il concetto più generale e profondo ha visto da un lato un abbandono verso forme di sapere differenti, dall’altro una rinascita degna dei tempi della filosofia antica, che non a caso è tornata ad essere un riferimento importante e costante per chi intenda navigare seriamente nel mare del pensiero.
Tra i massimi protagonisti di questa seconda tendenza non manca Emanuele Severino, che con la sua originalissima quanto sconvolgente tesi ontologica riesce a sovvertire l’ordine nichilistico occidentale, contraddicendone le categorie di fondo e toccando vette speculative ai margini della raggiungibilità. Questo libro mostra come Massimo Cacciari sia tra i pochi ad accogliere la sfida: venendo ai ferri corti con i reali fondamenti del percorso severiniano, il suo pensiero se ne dimostra all’altezza per il confronto e per la critica.
Ciò che risulta da questa gigantomachia sono due visioni dell’essere tanto distanti nei presupposti quanto vicine nello scopo: mostrare il filo unitario e coerente che ha portato l’uomo al suo sviluppo odierno e che lo porterà dinanzi al Destino o all’Ignoto. Cosa attende l’uomo su questa terra e cosa dopo la morte? Come è intrecciato il gioco della vita e della politica con l’ontologia? Le irriducibili e irrinunciabili risposte fornite ci coinvolgono in prima persona, ispirando sempre e ancora il pensiero sull’essere e ponendoci con la forza di fronte ad interrogativi antichi e originari.