Edoardo Simonotti, La brocca d’argilla. Paul Ludwig Landsberg e il problema dell’uomo

Straordinaria figura di pensatore «europeo», Paul Ludwig Landsberg (1901-1944) mostra un costante interesse per il problema antropologico colto nelle sue più profonde ricadute esistenziali, un’attenzione che – con sottolineature differenti – accompagna il suo intero itinerario di vita e di pensiero: dagli anni di formazione alla scuola fenomenologica, al periodo dell’esilio spagnolo e francese, fino ad arrivare ai tragici momenti della resistenza antinazista e della deportazione nel campo di concentramento di Oranienburg-Sachsenhausen. Il problema dell’uomo viene così declinandosi attraverso tematiche che rinviano inevitabilmente alle drammatiche vicende biografiche del filosofo tedesco. Esilio, metamorfosi, corporeità, interiorità, umanizzazione, azione, impegno, storicità, morte, fragilità, prossimità, speranza: questi sono solo alcuni dei temi che vanno a costruire il ricco e articolato impianto speculativo della sua antropologia filosofica. L’uomo è quell’unico essere vivente il quale sperimenta che il suo stesso «divenire-uomo» è attraversato da una sorta di bisogno metafisico, di speranza ontologica verso il possibile compimento di sé; egli è però anche il solo ad avere la possibilità di interpretare la propria esistenza in termini di finitezza. La «brocca d’argilla» è l’immagine di questa realtà umana, composta da un’infinità di parti e di frammenti, per molti versi estremamente complessa e preziosa, ma al tempo stesso segnata da una certa e consapevole vulnerabilità.

Un pensatore dell’esilio

Il nome di Paul Ludwig Landsberg inizia ad uscire dalla cerchia ristretta di studiosi di volta in volta interessati solo a singoli aspetti della sua filosofia (il personalismo, l’antropologia filosofica, la fenomenologia, la tanatologia) e sempre più ampiamente riconosciuto sembra ormai essere il valore, dal punto di vista sia filosofico che umano, di questa straordinaria figura di pensatore “europeo”. Se Jean Lacroix nel 1952 riteneva prematura una valutazione generale della sua opera, oggi sono stati fatti importanti passi in avanti per comprendere la complessità di un itinerario di pensiero che risulta fortemente segnato da una suggestiva intersezione di influssi speculativi e che al tempo stesso non può essere scisso o isolato da quanto accaduto nel corso dell’intensa e travagliata esistenza del filosofo tedesco.

Le drammatiche vicende biografiche di Landsberg, così come di molti intellettuali del mondo ebraico-tedesco del primo Novecento, hanno determinato la dispersione dei suoi scritti in riviste di mezza Europa. Egli seppe coniugare l’energico impegno di resistenza antinazista con la ricerca filosofica, che non trascurò nemmeno negli anni in cui fu costretto alla clandestinità: di ciò sono testimonianza i numerosi lavori da lui pubblicati in lingua tedesca, francese e spagnola.

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