Una sfida: scommettere sull’ideale di cultura profonda e “allargata” che per secoli è stato l’anima del progresso della civiltà in Occidente ma che proprio oggi, nel mondo globale, è minacciato dalla specializzazione rigida e settoriale, o dalla superficialità utilitaristica. Scommettere sul pensiero e sull’interdisciplinarità ampia è dunque la sfida che il libro raccoglie e tenta di affrontare attraverso prospettive che interessano la filosofia, la scienza, la teologia, l’etica, e che intersecano gli studi di campi disciplinari apparentemente lontani.
Saprà l’intellettuale e il professionista di domani muoversi verso quest’ideale aperto e duttile di cultura?
Saggi di: Ivan Colagè, Giampaolo Ghilardi, Aberto Peratoner, Antonio Petagine, Giuseppe Tanzella-Nitti, Marco Vanzini
Cultura e evoluzione culturale
Si possono dare, del tutto in generale, due tipi di definizioni di cultura. In senso stretto, il termine cultura indica l’insieme delle produzioni più «alte» dell’umanità (le scienze e le arti, in sostanza). In senso ampio, indica l’insieme delle attività di popoli o gruppi etnici: non soltanto i saperi e le forme di espressione simbolica più elevate, ma anche le tradizioni popolari, gli usi e i costumi, e gli elementi tecnici o legati alla sussistenza. Entrambi questi tipi di definizioni corrono però il rischio di soffrire una certa parzialità nel contesto contemporaneo, globale e specialistico.
Le concezioni più strette risultano limitate agli aspetti più «elitari» delle manifestazioni culturali. Questo può portare con sé il rischio dello specialismo, che può degenerare in «scientismo» o «tecnologismo». La cultura concepita in senso stretto, risulterebbe frammentata in tanti settori specialistici: cultura tecnica, scientifica, umanistica, artistica ecc. – o persino ulteriormente scissa in «settori disciplinari» angusti. Questo farebbe perdere di vista l’unità antropologica fondamentale della cultura. Le «contromosse» rispetto a questo rischio si fondano sugli ideali dell’unità del sapere e dell’interdisciplinarità. La cultura concepita in senso ampio, invece, rischia di vedersi frammentata in tante declinazioni geografiche o storico-geografiche. Questo comporta, almeno in parte, un certo relativismo culturale, che rischia di far perdere di vista il carattere universale della cultura umana.