Onofrio Romano

Onofrio Romano insegna Sociologia del dopo-sviluppo nel Dipartimento di Studi umanistici dell’Università degli studi Roma Tre. Si è occupato di teoria sociale, postmodernità, lavoro, consumi, partecipazione politica, società dei Balcani e del Mezzogiorno d’Italia, decrescita. Tra i suoi ultimi lavori: Towards a society of degrowth (2020), La libertà verticale (2019), Tagliare i rami secchi. Catalogo dei dogmi del marxismo da archiviare (con C. Formenti, 2019). Ha partecipato ai volumi collettanei Degrowth. A vocabulary for a new era (2015), Pluriverso. Dizionario del post-sviluppo (2021), The Palgrave Handbook on Environmental Politics and Theory (2023).

È emerso in anni recenti un pensiero che promuove esplicitamente e frontalmente la fuoriuscita dal regime di crescita, denunciandone in primo luogo l’insostenibilità ecologica e, al contempo, prospettando l’idea di una società della decrescita, cioè di un nuovo ordine sociale improntato a valori non materialistici e liberato dall’obiettivo, oggi ancora egemonico, di una crescita economica illimitata.

Il pensiero della decrescita si sta rapidamente diffondendo non solo nei dipartimenti universitari e nelle riviste accademiche di tutto il mondo, ma anche nei movimenti antisistemici: si può dire che la decrescita appare oggi come una scienza animata da attivisti. Non possiamo considerarla una teoria socio-politica omogenea e coerente. Al di là della grande varietà di approcci e d’ispirazioni culturali, è comunque difficile rintracciare, in particolare, un versante “analitico-descrittivo” del discorso, cioè un modo specifico di leggere e interpretare la vita e l’azione sociale. L’approccio descrittivo è spesso “implicito”. Quando evochiamo il pensiero della decrescita, dunque, ci riferiamo anzitutto al suo versante “critico” nei confronti dell’attuale sistema di crescita nonché alle soluzioni politiche (insieme alle cornici istituzionali e normative) che esso suggerisce. «La decrescita è innanzi tutto un approccio critico alla crescita economica». Pertanto, la battaglia politica intrapresa dai decrescitisti si consuma soprattutto nel campo dell’immaginario sociale: «il suo obiettivo è quello di decolonizzare il dibattito pubblico dal linguaggio economicista e di spogliare la crescita economica della sua valenza di obiettivo sociale».

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