Marco Casucci

Marco Casucci (Padova 1976) è ricercatore confermato in Filosofia Teoretica presso il Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università di Perugia, dove insegna Figure della Relazione. La sua attività di ricerca si dedica fin dagli anni di dottorato al tema del rapporto tra essere e libertà in Heidegger a cui ha dedicato due monografie (L’essenza della libertà in Martin Heidegger e Essere, Idea, Libertà. La dottrina dell’idea in Martin Heidegger), per poi muoversi in direzione di un recupero del tema della persona e della relazione, passando attraverso pensatori come Schopenhauer, Hegel, Solov’ëv, Levinas, Henry e Ricœur, a cui ha dedicato numerosi saggi.

L’essenza della libertà in Heidegger

Il primo fondamentale paradosso di un pensiero della libertà è quello in virtù del quale, precisamente, “non siamo noi a possedere la libertà, ma è la libertà che ci possiede preliminarmente”. Questa affermazione che è stata per la prima volta esplicitata da Heidegger nella famosa conferenza sull’essenza della verità costituisce il leitmotiv della trattazione e deve essere presa come punto di inizio e fine di ogni nostra affermazione sulla libertà in quanto tale. Tale affermazione è frutto di un capovolgimento radicale compiuto del pensiero heideggeriano che, prima di riguardare esclusivamente la libertà in quanto tale, piuttosto è paradigmatico di tutto il suo pensiero. Heidegger infatti ha sempre cercato di mettere il pensiero dinanzi a dei ribaltamenti radicali che nel tentativo di restituirlo alla sua dimensione originaria ed autentica. Alla famiglia di questi capovolgimenti radicali appartengono tre momenti essenziali del pensiero heideggeriano, a mio parere profondamente legati tra loro: in primo luogo quello del cosiddetto “circolo ermeneutico”, il cui presupposto è quello di un abbandono della linearità del pensiero analitico e calcolante (che calcola fondamentalmente i mezzi per giungere ad un fine in maniera strumentale), in direzione di un senso che riposa su se stesso, e sui suoi presupposti inesplicitati ma “già da sempre” pre-compresi, a partire da cui noi ci muoviamo, agiamo, pensiamo e poetiamo “a partire da” un già dato; in secondo luogo, l’altro capovolgimento essenziale tra “verità” ed “essenza” che viene appunto esplicitato nella conferenza sull’essenza della verità, per cui “l’essenza della verità è la verità dell’essenza”; ed infine un terzo capovolgimento ad esso corrispondente e presentato da Heidegger nelle sue ultime conferenze sul linguaggio in cui si dice che “l’essenza del linguaggio è il linguaggio dell’essenza”. Questi tre capovolgimenti stanno ad indicare una liberazione di ciò che è, per la sua essenza più propria. Essi illuminano una porzione dell’essere a partire dalla quale è possibile invertire i rapporti e lasciar manifestare l’essenziale al di là dell’essenza intesa metafisicamente come ουσία.

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

X