La nostra “vita affettiva” è molto meno privata di quanto crediamo: nella maggior parte dei casi le emozioni nascono, vengono condivise e si modificano nel rapporto con gli altri. In tale direzione, il libro vuole essere l’occasione per riflettere sul rapporto tra pubblico e privato in due ambiti principali della vita quotidiana: la politica e la sfera pubblica. Se nel primo caso i politici di professione mettono in scena tattiche emozionali per acquisire o conservare potere, consenso e status (a prescindere dal loro grado di sincerità), nella sfera pubblica le emozioni permettono ai cittadini di approfondire e articolare discorsi e argomentazioni in comune, fino ad arrivare alla messa in atto di forme di resistenza che possono modificare futuri in apparenza già scritti. In tal senso, emerge un nuovo ruolo delle emozioni nella società, un ruolo “caldo”, intelligente, positivo: esse donano senso e significati ai vissuti individuali, permettendo ai soggetti di costruire – individualmente e collettivamente – la realtà sociale di cui fanno parte.
Emozioni e sfera pubblica
L’apparizione delle emozioni nella sfera pubblica potrebbe rappresentare un problema, se si considera esclusivamente il loro carattere irrazionale e a-riflessivo che ha portato al verificarsi di numerose tragedie collettive, in cui leader di gruppi, Stati, partiti politici o armate militari hanno veicolato tra seguaci e sottoposti la diffusione di emozioni negative e la conseguente messa in atto di azioni violente e distruttive (guerre, violenze, genocidi, razzismi, ecc.).
Per quanto le emozioni possano coinvolgere e convincere un’ampia folla, nel corso di un dibattito o di una serie di conversazioni pubbliche, il loro rapporto con la sfera pubblica è molto più articolato di quanto possa apparire a prima vista e, soprattutto, non si caratterizza per una valenza così negativa. In tal senso, la mia tesi è che le emozioni siano risorse culturali per dialogare e agire all’interno della sfera pubblica: possibilità di incontro, comunicazione e comprensione con l’altro e dell’altrui argomentazione. In tal senso, le emozioni permettono, se maneggiate con intelligenza, un perfezionamento dell’argomentazione stessa.