Da un lato al bene, ovvero a ciò che ci compie, non possiamo non tendere sempre, dall’altro il bene stesso esercita un’attrazione e una pretesa sulla nostra vita. Ecco perché, nella prospettiva di Tommaso d’Aquino, non c’è opposizione fra finalismo e normatività, e la domanda fondamentale della sua etica si può formulare così: quale bene è degno del nostro amore? Il volume, esito di un lungo lavoro di ricerca, espone in modo chiaro e sintetico il contenuto di testi estremamente ampi e articolati, e sconosciuti ai più. Esso mostra come il fondamentale presupposto antropologico dell’etica di Tommaso sia la stretta unità e sinergia, pur nella distinzione dei piani, di psiche e corporeità, razionalità speculativa e pratica, ragione e passioni, ragione e volontà, ragioni e motivazioni, materia e fine dell’azione, moralità e felicità, norma e virtù. Di qui il suo interesse in un’epoca in cui da molte parti si sente l’urgenza di superare nette divaricazioni, recuperando una concezione più unitaria dell’uomo e del suo agire.
Significato, struttura e fonti dell’etica di Tommaso d’Aquino
La Somma teologica, l’opera più nota e influente di Tommaso d’Aquino, era rivolta ai “principianti”, cioè a coloro che dovevano essere introdotti allo studio della “Sacra doctrina” (quella che oggi con qualche approssimazione potremmo chiamare “teologia”). Perciò, pur conservando nelle sue articolazioni l’impianto tipico della quaestio scolastica o discussione su un tema determinato, essa non contiene tutta quella lunga serie d’obiezioni e minuziose risposte, anche su temi assai particolari, che ritroviamo, invece, nelle Quaestiones disputatae (trascrizione, talora modificata, di discussioni effettivamente avvenute in Università) e nella stessa Somma contro i gentili. La Somma teologica consta di tre parti, la terza delle quali non è conclusa. La seconda parte è suddivisa, a sua volta, in una prima e in una seconda parte.Mentre la prima parte della Somma teologica tratta progressivamente del significato della sacra doctrina (o riflessione sul dato rivelato), dell’esistenza e dei nomi di Dio, della creazione, degli angeli e dell’uomo, la seconda parte tratta della morale, prima in generale (I-II) e poi in dettaglio, considerando le singole virtù (II-II). Infine la terza parte (non conclusa) tratta della mediazione di Cristo. Lo schema che ha origini bibliche (Cristo è l’Alfa e l’Omega, il Principio e il Fine della creazione secondo l’Apocalisse), sembrerebbe rifarsi pure al modello neoplatonico della derivazione del mondo dall’Uno e del suo ritorno a Lui (exitus-reditus): la realtà del mondo che proviene con la creazione da Dio, a Lui ritorna per mezzo della libertà dell’uomo, creato a Sua immagine, e grazie alla mediazione di Cristo. In questa prospettiva teologica senso “lineare” della storia (in avanti) e senso “circolare” (come ritorno al Creatore) trovano un punto di sintesi.