Questa raccolta presenta per la prima volta la conversazione radiofonica tra Michel Foucault, Jean Danet e Guy Hocquenghem nota con il titolo La loi de la pudeur inquadrandola nell’insieme di testi cui appartiene, vale a dire la petizione del 26 gennaio 1977 e la lettera aperta alla Commissione di riforma del codice penale dello stesso anno. Al centro di queste ultime, la questione della regolazione dei rapporti sessuali tra adulti e minori. La fama e la ricezione di questa conversazione sono infatti legate a filo stretto al riemergere insistente di quei documenti nell’ambito di una polemica che coinvolge non solo Foucault, ma che arriva ad abbracciare l’intera eredità del Maggio ’68. L’esigenza di far parlare da sé questi scritti non affiora esclusivamente a valle delle controversie, ma scaturisce anche dal loro valore storico, documentario e in sostanza defamiliarizzante. Soffermarsi sulle trasformazioni che hanno presieduto all’affermarsi delle nostre evidenze può portare a condurre una riflessione, oggi indifferibile, sulla nozione di consenso, sul suo significato, il suo potenziale e i sui suoi limiti, nonché sulle pratiche cui affidiamo il nostro bisogno di giustizia. Chiude la raccolta un’appendice volta a delucidare le circostanze storiche della redazione dei testi presentati, avvalendosi anche del ricorso a materiale ancora inedito. Saggi di Antoine Idier, Gert Hekma, Caro Gervasi e Lorenzo Petrachi.
Se abbiamo accettato di partecipare a questa trasmissione (c’eravamo accordati in linea generale diversi mesi fa), è per la ragione seguente. Un’evoluzione piuttosto importante, piuttosto consistente, che a prima vista sembrava irreversibile, poteva far sperare che il regime giuridico imposto alle pratiche sessuali dei nostri contemporanei fosse finalmente sul punto di allentarsi e disgregarsi. Questo regime, d’altronde, non è così datato, dal momento che il Codice penale del 1810 non diceva molto riguardo alla sessualità, come se quest’ultima non dovesse venire disciplinata dalla legge; è stato solo nel corso del XIX secolo, e soprattutto nel XX secolo, all’epoca di Pétain e con l’emendamento Mirguet (1960), che la legislazione sulla sessualità ha iniziato a farsi via via più opprimente. Da una decina d’anni, tuttavia, assistiamo a un movimento, nell’opinione pubblica e nelle condotte, volto a modificare questo regime giuridico. Addirittura, è stata convocata una Commissione per la riforma del diritto penale che aveva, e che ha tutt’ora, il compito di riscrivere da capo tutta una serie di articoli fondamentali del Codice penale. E questa commissione ha effettivamente ammesso, devo dire con molta serietà, non solo la possibilità, ma la necessità di modificare gran parte degli articoli che regolano, nell’attuale legislazione, il comportamento sessuale. Questa Commissione, che si riunisce ormai da diversi mesi, ha discusso questa riforma della legislazione sessuale durante maggio e giugno scorsi. E credo che le proposte che intendeva avanzare fossero di tipo, potremmo dire, liberale. Ora, sembra che da qualche mese stia prendendo forma un movimento di senso contrario, un movimento piuttosto preoccupante. In primo luogo, perché non si limita alla Francia. Guardate ad esempio cosa sta accadendo negli Stati Uniti con la campagna contro gli omosessuali di Anita Bryant, che è arrivata a chiedere la pena di morte. In Francia sta succedendo qualcosa di simile. Ma, in Francia, si verifica attraverso tutta una serie di fatti peculiari, specifici, di cui discuteremo a breve (Jean Danet e Guy Hocquenghem faranno senz’altro qualche esempio), e che sembrano indicare che, da un lato, nella prassi poliziesca e, dall’altro, nella giurisprudenza, si stia ritornando a delle posizioni ferree, severe, restrittive. E purtroppo questo movimento nella pratica poliziesca e giudiziaria è spesso sostenuto da campagne mediatiche, o da un sistema di informazioni promulgato attraverso la stampa. È dunque in questo contesto – da una parte, un movimento globale tendente al liberalismo e, dall’altra, un contraccolpo, una marcia indietro, una battuta d’arresto, forse anche l’inizio del processo inverso – che dobbiamo discutere questa sera.