Itinerari cartesiani, Alberto De Vita (cur.)

La figura di René Descartes, nella storia della filosofia, è stata sovente fraintesa e criticata. L’apparente semplicità delle argomentazioni cartesiane ha occultato la complessità effettiva del suo pensiero, e il cartesianesimo è stato per lo più considerato, nei dibattiti filosofici tardo-moderni e contemporanei, una versione acerba, ingenua, quindi poco interessante delle filosofie fiorite successivamente, come il kantismo, l’idealismo o la fenomenologia.

Sottrarre il pensiero cartesiano alla miopia delle interpretazioni che, nel tentativo di liquidarlo, ne hanno ostacolato una più adeguata comprensione ha motivato il presente lavoro. I saggi degli studiosi che hanno contribuito al volume invitano a rileggere la filosofia di Descartes al di qua del cartesianesimo e degli equivoci che esso ha ingenerato, muovendo dalle sue tesi metafisiche per cogliere in esse un senso inaudito e sorprendentemente originale, di imprescindibile attualità per la contemporanea discussione filosofica.

Saggi di: Igor Agostini, Alberto De Vita, Massimo Donà, Alfredo Gatto, Marco Moschini

Affrontare il tema del rapporto di Cartesio con la metafisica – questione in vero molto dibattuta – non può essere eluso da chi intende fare i conti con una ripresa del discorso metafisico in questo tempo. E di questa ineluttabilità è testimonianza il presente volume che raccoglie la sfida di ripensare attraverso il Francese l’essenzialità del pensare. Non si può eludere, poi, la considerazione della questione come si è riflessa in molti voci interpretative che guardano al pensiero di Cartesio in maniera critica. Un confronto che va affrontato decisamente; specie se attraverso distinte ermeneutiche si presenta Cartesio non solo come il filosofo della moderna soggettività, ma, in quanto tale, come il distruttore principale dell’istanza metafisica.

Chiarisco subito: si partirà da questa prospettiva, che pure sembra motivata a fondo, per vedere se si riesca a scorgere altro e oltre quella evidenza, che pare comprovata, riguardo alle considerazioni ed esiti speculativi del cartesianesimo stesso. Mi permetterò quindi una sorta di chiosa alla ormai consolidata lettura di Cartesio “distruttore della metafisica”.

Se si guarda alla metafisica ed alla sua storia, non è difficile osservare come alla discussione sulla natura e valenza della metafisica stessa, si sia accompagnato, una sorta di allontanamento, di distanziazione, da questa. Tale atteggiamento ha poi favorito in alcune voci della filosofia una costante espressione diffidente, denigratoria del metafisico stesso, che è giunta fino ad invocare nella filosofia cartesiana una sorta di compimento della critica della stessa metafisica. Una denigrazione e un oblio per quella che è la domanda metafisica; per quella che è la natura stessa della metafisica, che si nota pure in chi ha ispirato il suo pensiero ai principi stessi dell’ontologia. Se così fosse, davvero, un pensiero radicalmente anti-metafisico dovrebbe apparire come la perdita di un senso profondo della filosofia stessa. È allora lecito domandarsi se tutto questo riguardi anche Cartesio.

Va detto che se la filosofia si caratterizza per un suo punto essenziale, questo è riconoscibile nell’interrogazione costante e mai conchiusa sull’essere dell’essente; essa è domanda sul τί ἐστιν. La domanda che ci è sempre più vicina, anche se la releghiamo al più profondo e radicale rifiuto. All’oblio. Ma per non cadere nella perdita del reale, vorrei dire a margine del già detto dal Tedesco, non bisogna dimenticare che la domanda filosofica è inevitabilmente anche una domanda su un di più. Preciso questa affermazione rimandando a Florenskij secondo cui la domanda sull’essere diviene la domanda sul reale e questa raccoglie in sé tutta la questione portante della filosofia. Tale domanda riguarda la questione dell’ἐν και πολλά, dell’uno e dei molti. Nel radicale ondeggiamento tra “terminismo e realismo” – direbbe il filosofo russo – si è giocata la duratura discussione intorno alla questione primaria della filosofia che è la questione della metafisica.

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