Gli Scritti giovanili di Hegel – pubblicati in Italia in forma integrale nel 2015 dalla casa editrice Orthotes – testimoniano la genesi e l’evoluzione del pensiero del grande filosofo tedesco. In essi si rintraccia il sorgere di un orientamento che – inizialmente marcato dall’adesione alla cultura illuministica e kantiana – si sviluppa progressivamente nella direzione della dialettica, cioè di quella legge della razionalità grazie alla quale fissare i rapporti tra i concetti. L’importanza degli scritti del giovane Hegel risiede quindi nella possibilità di rintracciare gli argomenti e i ripensamenti che condurranno Hegel, nella fase matura, a impiegare la dialettica non più solo come uno strumento del pensiero ma come il fine stesso della filosofia. I saggi qui raccolti arricchiscono, a partire da letture rigorose o da tagli prospettici, il dibattito contemporaneo intorno alla genesi e allo sviluppo della dialettica nel pensiero di Hegel.
Saggi di: Stefania Achella, Massimo Borghesi, Marco Casucci, Giuseppe Crivella, Giannino Di Tommaso, Massimo Donà, Roberto Garaventa, Edoardo Mirri, Marco Moschini, Laura Paulizzi, Giacomo Petrarca, Antonio Pieretti, Mattia Luigi Pozzi, Tiziano Sensi, Furia Valori, Carlo Vinti, Vincenzo Vitiello, Silvano Zucal
Vincenzo Vitiello, Al margine degli Scritti giovanili di Hegel
“Questo singolo uomo […], nel quale si è manifestata l’essenza assoluta, porta in sé, in quanto Singolo, a compimento il movimento dell’essere sensibile. Egli è il Dio immediatamente presente; perciò il suo essere trapassa in essere-stato (Gewesensein). La coscienza per la quale egli ha questa presenza sensibile, cessa di vederlo, di udirlo; essa lo ha visto e udito; e solo in quanto lo ha visto e udito, diviene essa stessa coscienza spirituale, e come dapprima era sorto quale esserci sensibile, ora è risorto nello spirito”
Così Hegel descrive la morte di Gesù nel VII capitolo della Fenomenologia dello spirito, dedicato alla “Religione”. È il momento più alto e drammatico del destino dell’uomo, della storia, del mondo: il nûn kairós dell’incontro della terra col Cielo. Ma il linguaggio è freddo, privo affatto di quegli slanci ‘letterari’ che caratterizzano la narrazione hegeliana di altri momenti anche tragici della storia dell’uomo – ma, appunto, “dell’uomo”, non del mondo, non di Dio.