Roberto Morani, Con Hegel, oltre Hegel. Jean Hyppolite e il rischio del pensiero

Con Hegel, oltre Hegel: ecco, in sintesi, il senso del percorso filosofico di Jean Hyppolite (1907-1968), uno dei grandi protagonisti della vita intellettuale del Novecento europeo. Primo traduttore francese della Fenomenologia dello spirito di Hegel e autore di un fondamentale commentario all’opera, Hyppolite ha consentito a generazioni di lettori di avvicinarsi a uno dei classici più complessi della filosofia occidentale e ha attivamente contribuito a radicare il pensiero hegeliano in Francia dopo decenni di avversione da parte della cultura ufficiale transalpina.

In questo volume – il primo dedicato alla sua figura poliedrica – Hyppolite viene dapprima inquadrato nell’ambito della Hegel-Renaissance, il movimento che ha trasformato l’immagine di Hegel ponendola in connessione con le correnti più avanzate del pensiero contemporaneo (marxismo ed esistenzialismo), poi seguito passo passo lungo le tappe del suo trentennale confronto con i testi hegeliani, che trova nel connubio di ontologia e dialettica, proposto in Logique et existence (1953), il suo punto più avanzato. Alla fine, la linea interpretativa e il metodo di lettura messi a punto da Hyppolite si dimostrano ancora attuali, in costante dialogo con il pensiero del passato e ben al di là della mera descrizione storiografica.

Per analizzare il contesto storico-filosofico in cui è avvenuta la riscoperta di Hegel nella Francia degli anni Trenta del Novecento e per comprendere quali resistenze o forze ostili abbia dovuto fronteggiare, occorre assumere come punto di osservazione il saggio, intitolato Rapport sur l’état des études hégéliennes en France, che Alexandre Koyré ha presentato come intervento al I Congresso hegeliano tenutosi all’Aia nell’aprile del 1930. In questo scritto, l’esule russo denuncia la pregiudiziale conventio ad excludendum della filosofia francese verso il pensiero di Hegel e ricostruisce l’origine di questa radicata idiosincrasia, un’avversione talmente tenace e persistente che Mikel Dufrenne, alla fine degli anni Quaranta, è giunto a definirla come «una sorta di cospirazione del silenzio» ordita dall’Università francese ai danni del pensatore tedesco. Il saggio di Koyré rimane uno strumento di ricerca indispensabile non tanto perché presenti una ricostruzione ineccepibile della ricezione del pensiero hegeliano in Francia, in toto esente da errori prospettici e da valutazioni storiografiche opinabili, bensì perché è una ricognizione effettuata in un momento storico cruciale, ossia l’anno immediatamente precedente «l’annus mirabilis della filosofia hegeliana in Francia». Nel 1931, in occasione del centenario della morte di Hegel, la filosofia europea si è concentrata sul ruolo, il valore e l’attualità della sua filosofia. Più che in Italia e in Germania, nazio­ni in cui questa riabilitazione era avvenuta da tempo, o in Inghilterra, in cui al contrario da anni era stata realizzata la liquidazione del neohegeli­smo, è in Francia che il dibattito su Hegel si profila più intenso e articolato. La pubblicazione di numeri speciali dedicati a Hegel da parte delle due riviste filosofiche più autorevoli e accreditate del paese, la “Revue de Métaphysique et de Morale” e la “Revue philosophique de la France et de l’étranger”, segna una vera e propria esplosione dell’interesse per Hegel: Basch, Wahl, Vermeil, Gueroult, Berthelot, Andler, Koyré, par­tecipavano alla redazione dei fascicoli, con l’intervento anche di studiosi straniera del calibro di Benedet­to Croce e Nicolai von Hartmann. Pur non potendo retrocedere al 1931 l’inizio vero e proprio della Hegel-Renaissance, che avverrà solo negli anni Quaranta, si deve però riconoscere che in quell’anno è avvenuto un notevole salto di qualità nella ricezione di Hegel in Francia, ponendo le basi per il renouveau del decennio successivo.

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