Il presente volume offre un’ampia e aggiornata panoramica sulla edizione e sulla recezione delle opere di Marx in Germania e in Italia. Nel complesso esso si propone di delineare un quadro, se non certo esauriente, almeno indicativo e affidabile della vivacità e della molteplicità di interessi della Marx-Forschung tedesca e italiana, soffermandosi in particolare sulla grande importanza dei numerosi materiali inediti – pubblicati per la prima volta nella nuova Marx-Engels-Gesamtausgabe(MEGA2) – per leggere l’“intero” Marx e per collocarlo nel suo tempo, che è anche − e a fortiori − il nostro tempo.
I primi tentativi di una Marx-Engels-Gesamtausgabe
L’avvio nel 1975 della pubblicazione della seconda Marx-Engels-Gesamtausgabe (MEGA2) rappresenta per la Marx-Forschung internazionale un’esigenza soddisfatta dopo più di tre quarti di secolo. Già più di un secolo fa e dopo appena due anni dalla morte di Engels (1895), Antonio Labriola sosteneva, infatti, che «sarebbe dovere del partito tedesco procurare un’edizione completa e critica di tutti gli scritti di Marx e di Engels» e negli anni Trenta del secolo scorso, Antonio Gramsci, che era informato dell’avvio della prima MEGA, annotava nei suoi Quaderni del carcere i criteri da seguire per «studiare la nascita di una concezione del mondo che dal suo fondatore non è stata mai esposta sistematicamente», soffermandosi anche sul «caso specifico», cioè Marx, e sottolineando fermamente l’esigenza, condivisa e adottata dai curatori della MEGA2, di distinguere Engels da Marx, non perché sia «da porre in dubbio la sua lealtà personale», ma per il semplice fatto «che Engels non è Marx».
La Marx-Engels-Gesamtausgabe ha avuto dunque due avvii. Nel 1927 apparve a Francoforte sul Meno il primo volume dei 42 previsti della prima Gesamtausgabe a cura di David Borisovič Rjazanov, proseguita poi – dopo l’«assassinio» simbolico dell’edizione e quello reale del suo curatore, vero e proprio «eroe e martire» della Marx-Forschung – fino all’ottavo volume (1932) sotto la supervisione di Victor Adoratskij (negli anni 1933-1935 furono pubblicati altri quattro volumi). Per quanto per i suoi tempi rappresentasse il primo sforzo filologicamente e criticamente fondato per offrire un’edizione completa delle opere di Marx ed Engels, questo primo tentativo di edizione storico-critica era carente sotto vari aspetti, non solo perché adottava criteri filologici ormai superati, ma anche per la sensibile pressione ideologica dello stalinismo e del controllo diretto del comitato centrale del partito bolscevico.