Giorgio Rimondi

Giorgio Rimondi vive e lavora a Ferrara. Interessato alla possibilità di una critica interdisciplinare, ha pubblicato studi sulla cultura afroamericana, sulla letteratura fantastica, sugli intrecci fra psicoanalisi e filosofia. Fra le pubblicazioni più recenti si segnalano Nerosubianco (2015), Il grande incantatore (2016), Gli affanni del pensiero (2017) e Storie di Standard (2019, con Massimo Mantovani).

Il seminario

All’inizio del 1933 Koyré riceve un invito dall’Université Egyptienne del Cairo, istituzione francofona voluta da re Fuhad per favorire lo scambio fra i due paesi. Deve sostituire temporaneamente André Lalande, autore del famoso Vocabulaire technique et critique de la philosophie e suo ex docente alla Sorbona, che in Egitto si occupa di illustrare le tendenze della filosofia francese moderna.

L’invito è allettante, ma l’attuazione tutt’altro che semplice. Lasciare scoperto l’insegnamento all’École non è pensabile, trovare una sostituzione adeguata è difficile poiché immaginando un rientro in tempi brevi, Koyré intende salvaguardarne l’impostazione fenomenologica. Così si rivolge all’amico, che senza pensarci troppo accetta. A quel punto può finalmente partire per il Cairo, dove la situazione si presenta stimolante e l’incarico si protrae più a lungo del previsto. Molto più a lungo del previsto.

Ed è così che dall’estate del 1933 fino allo scoppio della guerra, nel 1939, ogni lunedì alle 17,30 Aleksandr Kožévnikov legge, traduce e commenta la Fenomenologia dello spirito di Hegel nel corso di un seminario divenuto leggendario.

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