Ci sono cose la cui evidenza si ottiene solo mediante le immagini. Buster Keaton non è solo il grande protagonista della stagione dei film muti che tutti conosciamo, è il pensatore di un’impresa colossale che definiamo così: pensare per immagini. Nell’invenzione travolgente del suo cinema l’immagine si emancipa dal contenuto realistico che avrebbe potuto tenerla in ostaggio e arriva a produrre sequenze di pura creazione. Là a dispiegarsi non è né una rappresentazione della realtà, ma neanche la distrazione offerta da uno spettacolo. A prodursi è un concatenamento inaudito che in segreto lega tra loro le cose più diverse: uomini, animali, macchine, oggetti, tempo… Questo movimento ricorda una scrittura che sia fatta unicamente in forza di variazioni del corpo ossia in virtù dell’invenzione di gesti e di altre connessioni con i corpi.
BK
Ci sono cose che si dicono solo con il teatro. Ci sono domande la cui evidenza si ottiene solo mediante le immagini. Parlo di discorsi che si approfondiscono grazie a quanto ogni immagine conserva d’indimenticabile. A dispiegarsi non è qui la rappresentazione della realtà, né una sua copia più o meno riuscita, ma il legame che ciascun’immagine instaura e intrattiene con il corpo di chi la guarda. È con il corpo che si accede alla potenza di una visione. Ed è sempre con il corpo che si partecipa a un pensiero che si fa per immagini. BK è il pensatore di questa impresa colossale che è il fatto di pensare per immagini. Se abbiamo deciso di indicarlo con una sigla, con il ricamo di un monogramma, la cosa richiede in effetti qualche spiegazione. Chi definiamo un pensatore? La faccenda non può essere risolta sul piano biografico, ricorrendo a notizie sulla vita e l’opera, dal momento che pensare avrà sempre voluto dire, tra l’altro, rinunciare al conforto di un’identità personale. Niente di più dubbio che fare di un pensatore un curriculum ambulante o la biografia più o meno incerta dell’uomo. Quando si dà, un pensiero tende instancabilmente all’impersonale. Cosa resta allora del pensatore, il cui pensiero non potrà mai essere verosimilmente il suo pensiero?