François Roustang

François Roustang (1923-2016), ex-gesuita, filosofo e terapeuta dissidente della psicoanalisi, è stato uno dei più importanti e originali intellettuali francesi del Novecento. Tra le sue numerose opere ricordiamo: Jésuites de la Nouvelle-France (1961), Elle ne le lâche plus… (1981), Lacan (1986).

Nella sua ultima lettera a Freud, qualche settimana prima della propria morte, Abraham scriveva: «Lei sa, caro professore, che davvero non mi piace ridiscutere di questa faccenda del film. Ma il rimprovero di essere stato precipitoso (nell’ultima Sua lettera) mi riporta in una situazione nella quale mi sono già trovato spesso. Nel corso di circa vent’anni, non ci sono state, tra Lei e me, divergenze d’opinione, ad eccezione di occasioni in cui si trattava di persone che – con mio grande rammarico – dovevo criticare. Le cose si sono svolte sempre nello stesso modo: Lei, con indulgenza, sorvolava su tutto ciò che era contestabile nelle persone in questione, mentre si scaricavano su me tutte le accuse, delle quali Lei avrebbe, in seguito, riconosciuto l’ingiustizia. Nel caso di Jung, questa critica si chiamava “gelosia”, nel caso di Rank “condotta non amichevole”, e, questa volta, “asperità di carattere”. Non sarà, stavolta, ancora lo stesso processo: io esprimo un’opinione che è, nel profondo, la Sua, ma alla quale Lei non ha permesso di lasciar venire alla coscienza».

È curioso notare che l’espressione «stavolta» non rinvii a una divergenza di vedute e di giudizio sulle persone: Abraham, in questa circostanza, non aveva in alcun modo criticato il comportamento di un terzo, che Freud avrebbe invece considerato con indulgenza, ma si era mostrato favorevole all’idea di un film sulla psicoanalisi, rispetto alla quale Freud aveva manifestato più di un dubbio. L’errore, di cui Abraham non si rende conto, il modo in cui egli associa quest’ultimo episodio ai casi di Jung e di Rank, prova indubbiamente che, ai suoi occhi, non poteva esserci conflitto tra lui e Freud, a meno che Freud non si fosse legato eccessivamente a un altro. Né lui né il suo maestro avrebbero dovuto essere chiamati in causa allorché una nube avesse oscurato il loro rapporto: il responsabile non poteva che essere un altro. Se fossero stati soli, se Freud avesse lasciato in ombra ogni eventuale terzo, tutto sarebbe andato a meraviglia.

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