Richard Capobianco, La Via dell’Essere di Heidegger

La Via dell’Essere di Heidegger chiarisce la fondamentale importanza dell’Essere come radioso affiorare e manifestarsi. Il libro riporta al centro dell’attenzione l’originalità e la peculiarità della riflessione di Heidegger sull’Essere e costituisce un’enfatica presa di posizione nei confronti di interpretazioni contemporanee che insistono solo su un’analisi trascendentale, linguistica o pragmatica. Le considerazioni vivide e spesso poetiche di Capobianco mirano a evocare nel lettore l’esperienza stessa dell’Essere – o, come lui preferisce chiamarla, la Via dell’Essere – e ci invitano a indugiare e meditare sul modo in cui la nostra via umana partecipa alla Via dell’Essere.

LEssere come physis. Essere: physis: lo Stesso. Come ho evidenziato nei precedenti capitoli, si tratta di una posizione fondamentale dell’intero cammino di pensiero di Heidegger. Ma è importante affermarla di nuovo, questa volta ritornando a una fase precedente della sua produzione, in particolare alle opere degli anni Trenta. Tale compito, infatti, è divenuto abbastanza necessario per via di quella recente tendenza negli studi su Heidegger di cui ho parlato nel primo capitolo: essa consiste nell’esagerare l’importanza delle riflessioni private e sperimentali di Heidegger nei Beiträge zur Philosophie (Vom Ereignis) (1936-38) e di conseguenza nel trascurare – o relegare in secondo piano – il tema principale dell’Essere come physis e come aletheia, che Heidegger ha elaborato in modo molto attento e convincente a cavallo tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, e che he trovato una formulazione esemplare nel corso di lezioni del 1935 intitolato Introduzione alla metafisica. Non voglio assolutamente negare l’unicità dei Beiträge e riconosco e apprezzo i brillanti studi che essi hanno generato negli ultimi anni, ma ciò non toglie che il testo sia particolarmente eterogeneo, un profluvio di riflessioni, giudizi, termini e formulazioni energici (e spesso personali). I Beiträge sono importanti, ma non costituiscono – come vengono considerati da alcuni – un testo originario che ci dà accesso a uno Heidegger originario; e io sostengo che sia arrivato il momento di riportare l’attenzione su quello che è veramente il maggiore lavoro filosofico di Heidegger degli anni Trenta, l’Introduzione alla metafisica.

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

X