Quale legame esiste tra politica e crisi ecologica? Può esserci continuità nell’era dell’Antropocene con la democrazia moderna? Può la stessa adattarsi o trasformarsi in base alle esigenze delle future generazioni e dell’intera biosfera? Il racconto della crisi ecologica in chiave multidisciplinare attraverso la lente della eco-democrazia potrebbe costituire al contempo un metodo e un cambiamento radicale di visione. Natura e Storia, teoria e prassi, diritto e filosofia dell’ambiente, si intrecciano nel tentativo di revisionare la tradizionale idea di sviluppo sostenibile, forgiata in base al paradigma della crescita, a favore di una differente narrazione del benessere individuale e collettivo, ma nel rispetto dei confini planetari. Da tale tentativo si manifestano nuove forme e spazi di democrazia riflessiva, partecipativa e radicale, non riducibili a una mera governance internazionale di sistema, oltre il territorio locale e i confini nazionali. Un momento rigeneratore della stessa politica da attuarsi a partire dall’azione della società civile e da quanto già esiste negli interstizi presenti nelle istituzioni, in modo sistemico. Così che si possa agire cooperando per una alternativa forma di vita entro un mondo comune ed evitare la catastrofe.
Earth system governance e “diritti della natura”
Il rapporto tra scienza, politica e diritto si riflette nella dinamica dei rapporti tra discipline che caratterizza un modo nuovo di intendere la democrazia, la cui percezione (se non definizione) nasce dal contesto odierno di una “globalizzazione ecologica” (e non solo economica), ovvero di una presa di “coscienza planetaria” che diventa però problematica nella misura in cui si voglia tradurre un’istanza “umanitaria” sul piano della concretezza del diritto e della politica.
Non mancano (e anzi si affermano con sempre maggiore convinzione) peraltro alcuni afflati “universalistici” quando ad esempio si cerca di elevare il concetto di “governance ambientale” ad una strategia di carattere “globale” (in un’ottica di superamento dell’attuale assetto degli Stati-nazione o comunque di “amministrazione multilivello”) avente ad oggetto il governo della complessità dei processi socio-ecologici (che non riguardano soltanto determinate aree geografiche o semplicemente taluni settori del diritto internazionale dell’ambiente) come nel caso dell’Earth system governance Project, e/o di costruire (nei limiti di fattibilità) una categoria altrettanto omogenea e “universale” che inerisce ad un tentativo di integrare diritti umani fondamentali e dimensione ecologica della loro tutela, ovvero l’elaborazione di un “diritto dell’umanità all’ambiente”.
Earth system governance Project inerisce a un Programma di ricerca internazionale e interdisciplinare che coinvolge oltre duemila studiosi di tutto il mondo e ha sede a Lund. Esso è stato predisposto allo scopo di configurare efficaci “strategie di governance” che potrebbero attuarsi tenendo conto dell’interconnessione sistemica dei cambiamenti ambientali globali.