La nostra è l’era dell’estremo. Viviamo lo stordimento di un’evoluzione accelerata da non poterne percepire l’immaginario: ogni realtà aumentata è spinta fino a toccare un punto estremo, dove il contatto si sposta continuamente, resta lontano, perde distanza. Ecocene parla del passato, del presente e del futuro, del saccheggio e della violenza sulle donne e sulla natura, dell’umano divenire postumano, delle multidirezionalità temporali prodotte dall’intelligenza artificiale, dalle tecnologie del bios, dal macchinico. Non è un cambio di paradigma ma un salto di civiltà. L’inizio di una Nuova Era, il punto di svolta di una compressione evolutiva, un cambriano tecnologico nel quale il corpo avrà l’aspetto ibrido del cyborg. L’evoluzionismo tecnologico dell’Antropocene eleva l’innovazione a unica linea di sviluppo e di pensiero, travolge il senso del limite, lo estremizza e radicalizza, senza divenire carne, senso, misura, sangue. La sfida è se la nostra superiore intelligenza emotiva – insolitamente travolta dall’afflato ecologico – saprà trovare una via di mezzo, responsabile e praticabile. L’era che inizia potrebbe allora essere l’Ecocene, l’era ecologica dell’egualitarismo ecosistemico.
Nota di Edgard Morin sul libro di Santa De Siena
L’incoscienza della nostra complessità antropologica oggi ci porta agli eccessi del postumanesimo, lasciandoci credere che la ricerca dell’immortalità e l’automazione siano la migliore prosecuzione dell’avventura dell’umano. Mentre, invece, l’avvenire è carico di minacce. Non c’è solo l’ambivalenza della mondializzazione, ma anche i caratteri assunti dagli sviluppi della tecnoscienza: i loro imperativi, la loro crescita esponenziale, i loro effetti che promettono prosperità e invece distruggono solidarietà. Così il pianeta subirà contemporaneamente la crisi delle civiltà tradizionali, distrutte dall’avidità dei processi di mercificazione consumistici che degradano la biosfera e riducono la biodiversità, e la crisi della civiltà occidentale, in cui la ricerca egoistica del benessere materiale non ha prodotto migliori condizioni del vivere, ma semmai standardizzazione, insoddisfazione, falsi bisogni. L’unificazione tecno-economica del globo, come ha ben dimostrato Santa De Siena con questo lavoro Ecocene, accresce la standardizzazione culturale e aumenta l’egemonia mondiale della finanza. È la sua un’opera assolutamente utile e necessaria per la comprensione dei grandi problemi che dobbiamo affrontare. Sono problemi complessi trattati con grande cura e con la pertinenza dello sguardo critico femminile, ma soprattutto con una grande determinazione e convinzione.