Dario Giugliano insegna Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli ed è socio corrispondente dell’Accademia di Scienze Morali e Politiche della Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti in Napoli. Dirige la rivista «estetica. studi e ricerche» e si è occupato in particolare di filosofia classica tedesca e di filosofia contemporanea francese. Tra i suoi saggi si ricorda: Derrida-Saussure. Segno & differenza (Roma 1994); Smarrendo la strada per casa. Studio sull’idiotismo (Roma 1997); Il discorso sospeso – sul corpo dell’arte (Firenze 2003).
Bramare e toccare
«[…] è difficile comunicare sulla comunicazione […]». Partiamo da questo lacerto, che espone una difficoltà, che vorremo fare nostra. Ma vorremo fare pure qualcosa di più, come, si spera, sarà più chiaro di seguito.
Qual è questa difficoltà, che finisce, come sempre, per tenere celato un imbarazzo? Prima di rispondere, occorrerà tenere per qualche momento sospesa la domanda, perché quanto qui è da interrogare serberà sempre un limite di reticenza invalicabile. Cominciamo col dire che ciò che si chiama “comunicazione” è sempre un atto e questo agire è l’agire proprio che contraddistingue l’esistenza in questo mondo. Tutto e tutti comunicano. Quando si dice che tutto e tutti comunicano si intende che ogni ente nel mondo, a qualsiasi livello lo si voglia osservare, è preso in una relazione di scambio. E fin qui sembrerebbe tutto ovviamente chiaro. Perché è evidente che nel mondo esistono enti, che questi enti sono in relazione, che questa relazione è sempre scambievole. Per avere un’idea di quanto si sta dicendo qui, basta scorrere velocemente i significati che la parola “comunicazione” può avere nella nostra come nelle altre lingue europee. L’atto del comunicare indica sempre un passaggio, una trasmissione e un rapporto, pertanto sta sempre a mostrare come in esponente il tratto della condivisione e della comunione. Non a caso, nei paesi di cultura religiosa cristiano-cattolica, il verbo “comunicare” indica l’atto dell’amministrare il sacramento dell’Eucarestia, cosa questa che non deve mancare di far riflettere. In oltre, il nostro termine sta anche a indicare un testo, come questo che si sta leggendo, che vorrebbe avere pretese scientifiche su un determinato argomento, col che siamo risaliti per un attimo all’inizio di questo scritto, come per prendere una boccata d’aria, per poi rituffarci di nuovo nel regno delle lettere.