Antonio Scoppettuolo ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze filosofiche presso l’Università di Napoli “Federico II”, è cultore della materia e docente a contratto di “Teoresi ed etica: felicità e virtù” presso l’Università Europea di Roma ed “Etica applicata” presso l’Università degli Studi “Niccolò Cusano”, Telematica – Roma, ed è membro della Società italiana di Filosofia morale. Tra i suoi lavori si segnalano Etica economica e teoria dell’azione. Ragione, individuo e società in Raymond Boudon (2010) e altri saggi di filosofia morale. Ha curato per Orthotes l’edizione italiana di Prendersi cura. Saggio sull’etica di Stan van Hooft (2022).
La cura non si dà come essenza o oggetto completo di conoscenza da acquisire nella sua datità, ma è al contempo produzione di significati ed energia in divenire mai uguale a se stessa in grado di generare esperienza morale. Non si tratta, quindi, di portare alla luce un dato fisso o una sostanza determinata, ma, come direbbe Cassirer, l’indagine deve concentrarsi in un campo di energia produttiva dello spirito che caratterizza le dinamiche cognitive, proattive e biologiche dell’esistenza. Per questa ragione, essa è un funzionamento simbolico che esprime qualcosa che si muove all’interno dallo spirito e nel substrato cognitivo.
È solo nella realtà oggettivata e non nelle ipotesi che la cura può essere rinvenuta ed è la sua possibilità di espressione che ci consente di interpretare atti e azioni come eticamente validi. È alla luce dell’esperienza curativa, quindi, che possiamo scorgere e conferire valore alle nostre azioni; essa, come suggerisce Van Hooft, è un campo d’interpretazione fenomenologica che si adopera per rilevare quanto non emerge nell’immediato perché situato in fondo alla vita soggettiva.