Alberto De Vita è dottorando in filosofia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Presso il medesimo ateneo, ha conseguito la laurea triennale, su Descartes, e magistrale, su Descartes e Nietzsche, entrambe sotto la supervisione del professor Massimo Donà. I suoi campi di interesse coinvolgono la filosofia teoretica, la storia della filosofia moderna e contemporanea e la fenomenologia.
In seguito alla morte di Claude Clerselier nel 1684, il progetto di pubblicare la lunga serie di frammenti e manoscritti rinvenuti tra gli oggetti personali di René Descartes, avviato da Clerselier nel 1657, viene raccolto da Adrien Baillet. Questi, nella Vie de Monsieur Des-Cartes (1691), dà notizia dei due inventari redatti dopo la dipartita del filosofo francese (1650), l’uno di Stoccolma, l’altro di Leida.
Sfortunate circostanze hanno fatto sì che a noi pervenisse soltanto il primo dei due, del cui contenuto Baillet fornisce un resoconto dettagliato.
Tra i fogli di Stoccolma, scrive infatti Baillet, figura «un trattato in forma di discorso, intitolato Olympica». Particolarmente degne di attenzione sembrano le due annotazioni che compaiono, «con un inchiostro più recente», a margine del manoscritto – annotazioni su cui, a detta del biografo, «ancora oggi si esercitano i curiosi» (B Op II, p. 879, AT X 179). Gli appunti in margine di Descartes sono i seguenti: «XI. Novembre 1620, iniziai a intendere il fondamento di una mirabile scoperta. […] X. Novembre 1619, mentre ero pieno di entusiasmo e trovavo i fondamenti della scienza mirabile, ecc.» (ibidem).
Anche Gottfried W. Leibniz, come Baillet, offre un riscontro delle annotazioni ritrovate tra i fogli di Stoccolma. Dalle trascrizioni che il filosofo tedesco ha compilato delle carte di Descartes cui Baillet fa riferimento, e che presero il nome di Pensieri privati, si legge quanto segue: «Anno 1620, ho iniziato ad intendere il fondamento della scoperta mirabile. Sogno del novembre 1619, in cui il poema 7 che inizia: Quale cammino seguirò nella vita?, Ausonio» (ivi, p. 1063, AT X 215).
Come si può notare, il momento in cui Descartes avrebbe dichiarato di “star cominciando a comprendere il fondamento della mirabile scoperta”, stando alle trascrizioni di Leibniz, viene associato a un sogno fatto nel novembre del 1619, invece che alla “trovata del fondamento della scienza mirabile”, dello stesso mese e dello stesso anno, soprammenzionata seguendo Baillet. L’indicazione è preziosa: il sogno del 1619 a cui Leibniz si riferisce, minuziosamente descritto peraltro dallo stesso Baillet, precede infatti di poco più di una settimana la ‘trovata’ della scienza, e dunque di un anno e oltre ‘l’inizio della comprensione della trovata’ stessa.