Theodor W. Adorno, Alban Berg

Il ritratto di Berg tracciato da Adorno in questo libro è diventato un classico della critica e dell’analisi musicale. Partendo dall’individuazione del «tono» di Berg, del «miscuglio di tenerezza, nichilismo e confidenza con la massima caducità» che lo caratterizza, Adorno chiarisce il significato del rapporto del compositore austriaco con l’eredità del passato, la complessità e ricchezza delle mediazioni e delle articolazioni che si addensano nella sua musica, gli aspetti radicali del pensiero di quello che definisce il «maestro della minima transizione». Aspetti che erano sfuggiti alle sterili e superate polemiche sulla posizione «regressiva» di Berg all’interno della Scuola di Vienna. E anche tali riserve trovano nella compiutezza della visione critica di Adorno adeguata risposta. Viene così affermata l’inseparabilità degli aspetti della poetica berghiana dalla personalità dell’uomo e del musicista. Scrive Adorno: «La sua concretezza, la grandezza della sua umanità, sono dovute alla tolleranza nei confronti del passato, cui egli dà spazio, ma non accogliendolo alla lettera, bensì ritornandovi in sogno e nel ricordo spontaneamente affiorante. Fino all’ultimo egli si nutrì dell’eredità del passato e sostenne così il fardello sotto al quale si curvava la sua alta figura. Quell’eredità ha impresso nell’opera i suoi inconfondibili tratti fisiognomici».

L’analisi e Berg

Berg era amico delle analisi. Da giovane si dedicò scrupolosamen­te all’analisi di alcune opere di Schönberg, dei Gurrelieder, di Pelleas und Melisande, e della prima Kammersymphonie. Esse sono pubblica­te, sebbene da tempo non cosi note come meriterebbero, e soprattut­to l’analisi della Kammersymphonie, un pezzo ancora oggi assai diffici­le, può essere considerata esemplare. Sarebbe opportuna una pubbli­cazione che le raccogliesse. Il saggio sul Quartetto in re minore di Schönberg apriva la prospettiva d’un intero libro su quell’opera, che purtroppo non fu scritto; l’analisi della Träumerei ha, oltre a tutti gli altri, anche il merito di applicare in modo assai fruttuoso a un’opera di musica tradizionale le esperienze del pensiero nato alla scuola di Schönberg, fondato sulla variazione motivica. È uno dei pochi testi che rispondono in modo preciso, o, per usare una parola cara a Berg, “rigoroso”, a chi si pone la domanda perché una certa opera d’arte venga a ragione definita bella.

Recensioni

201917nov6:00 pmMagazzino Musica: Presentazione di Alban Bergdi Theodor W. Adorno6:00 pm Magazzino Musica, MilanoRassegna stampa:Alban Berg

201927ago6:00 amQui comincia Rai Radio 3: Alban Berg di Theodor W. AdornoPuntata a cura di Anna Menichetti6:00 am Rai Radio 3, RomaRassegna stampa:Alban Berg

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