La filosofia è sempre stata coinvolta nella responsabilità di un autentico “vivere bene”. Lo ricordava già Seneca a Meneceo. Al di là delle differenze derivanti dalla dimensione non semplicemente individualistica, ma etica e politica del vivere, noi contemporanei ci sentiamo chiamati a stabilire la possibilità di una “globalizzazione” del bene. Per uscire dalle strettoie del senso unicamente negativo, che al soggettivismo si può dare in questo campo, è richiesta la disponibilità ad accettare un mondo “policromo” di valori. Pertanto, muovendo dal pluralismo estetico e procedendo con rigorose argomentazioni, ci si sforza di dimostrare come solo una difesa adeguata del pluralismo etico possa tentare di dare soluzione al dilemma sull’oggettività o convenzionalità del bene.
Recensioni
03.01.2016 // Giornale dei comuni
26.09.2015 // Left
13.09.2015 // Il Sole 24 Ore
Achille Varzi, I colori del bene, Orthotes Editrice, Napoli-Salerno 2015, 114 pp., 10 euro (collana: Festival)

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